«Di tutte le pretese irragionevoli dell’umanità nessuna supera la critica del modo di vivere dei poveri, fatta da chi ha una bella casa, è ben riscaldato e ben nutrito.»
Herman Melville
Ci sono libri che aiutano a vivere nello spazio in cui ci muoviamo; perché lo spazio che abbiamo intorno ce lo conquistiamo metro dopo metro.
Parlando di degrado, si parla spesso di quartieri popolari e occupazioni. Ma questi luoghi sono quelli in cui attraverso piccole pratiche quotidiane ci si riappropria degli spazi urbani.
Sono luoghi abitati da persone con basso reddito ma con voglia di fare, migranti in difficoltà economica ma ricco bagaglio culturale, giovani e meno giovani che attraverso i movimenti di conflitto cercano di dare dignità alla vita quotidiana. La repressione verso gli occupanti è aumentata sempre di più. Col governo Renzi nel 2016 il “Piano Casa” ha dichiarato guerra a chi occupa perché agli inquilini abusivi viene negata la residenza e gli allacci a acqua elettricità e gas. Senza residenza sono molte le cose quotidiane che diventano dure e la più grave è l’impossibilità di accedere alle cure mediche pubbliche perché senza residenza non si può ricevere la tessera sanitaria.
«Chi occupa ha bisogno della casa ed è così che lo rivendica. È necessario [...] parlare dell’emergenza abitativa in termini di diritto e bisogno primario, non di mutui e indebitamenti a vita» (intervista a una occupante, Milano).
Per approfondire consiglio:
Andrea Staid, Abitare illegale (Milieu)
AA.VV., The city is ours (PM)
Álvaro Ardura, Daniel Sorando, Città in vendita (Red Star Press)
Tamar Pitch, Contro il decoro (Laterza)
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