Da ragazzo, Gerald Murnane rimase tanto affascinato dal mondo delle corse dei cavalli da divenirne ossessionato: non era mai andato a cavallo, né aveva visto una corsa – eppure era irresistibilmente attratto dalle foto che ammirava sullo Sporting Globe e dall’incantesimo ammaliante lanciato dai commentatori nel nominare i cavalli in gara durante le trasmissioni radiofoniche. Questo perché Murnane aveva scoperto in queste corse più di quanto avrebbe mai potuto trovare nella religione o in qualsiasi altra istituzione umana: le corse, e i cavalli che si slanciavano a perdifiato verso una meta dalle distanze leggendarie, non erano che la porta verso il mondo dell’immaginazione e delle infinite strade che da esso potevano scaturire, per condurci nuovamente dove tutto ha avuto origine.
Qualcosa per il dolore. Memorie dal mondo dell’ippica
di Gerald Murnane
Traduzione di Roberto Serrai
Safarà
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